domenica 20 giugno 2010

Ma ringraziate il cielo che Sua Eminenza è un galantuomo e non vi ride in faccia



Sua Eminenza “possiede un passaporto diplomatico della Santa Sede [e] ne era in possesso anche quando era Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, ex Propaganda Fide: lo riferiscono fonti vaticane” (Corriere della Sera, 20.6.2010). Lo riferiscono il giorno dopo che il cardinale Sepe ha annunciato che intende collaborare con la magistratura italiana, quasi in contemporanea ad un annuncio della Sala Stampa Vaticana che dava per certo che Sua Eminenza avesse deciso di farlo.
Oggi, la Sala Stampa Vaticana ribadisce che il cardinale “collaborerà”, ma che “bisognerà tenere conto degli aspetti procedurali e dei profili giurisdizionali impliciti nei corretti rapporti tra Santa Sede e Italia” (La Stampa, 20.6.2010). I corretti rapporti tra Santa Sede e Italia sono illustrati da Concordato e Patti Lateranensi e qui si legge che un prelato con passaporto diplomatico non può essere arrestato né è passibile di altra sanzione che ne limiti la libertà o ne sminuisca i privilegi: Sua Eminenza potrà pure dichiararsi colpevole di concorso in corruzione, essere rinviato a giudizio e/o condannato, ma la faccenda nasce politica e lo rimane. Parliamo di immunità diplomatica, roba sacra.

Non basta. Legge n. 121 del 25.3.1985 a ratifica ed esecuzione dell’accordo con protocollo addizionale, firmato a Roma il 18.2.1984 (Accordo di revisione Concordato Lateranense), articolo 4, comma 4: “Gli ecclesiastici non sono tenuti a dare a magistrati o ad altra autorità informazioni su persone o materie di cui siano venuti a conoscenza per ragione del loro ministero”.
I beni della Chiesa e il loro movimento non sono materie relative al ministero di prefetto della Propaganda Fide? Cosa obbliga il cardinale Sepe a dare informazioni su persone che – incidentalmente – sono cittadini italiani coinvolti nella movimentazione di quei beni? Se si rifiuta di rispondere, non è accusabile di reticenza: “nei corretti rapporti tra Santa Sede e Italia” ne ha diritto. Se glielo vai a toccare, infrangi la legge.


Aggiornamento
Il professor Enrico Vitali, docente di Diritto ecclesiastico e canonico alla Università Statale di Milano, conferma.

4 commenti:

  1. posso sempre sperare che scoli, il maiale.

    RispondiElimina
  2. L'origine di tutte le impunità.

    RispondiElimina
  3. Il male minore.
    Io: "Lo sai che l'arcivescovo di Napoli, Sepe, è indagato per corruzione, associazione a delinquere, appropriazione indebita?"
    Mio figlio: "Meno male che almeno questa volta non si tratta di pedofilia!"
    Queste sì che sono soddisfazioni per il Santo Padre.

    RispondiElimina
  4. e pensare che siamo anche amici su Facebook. Cancellare, via...

    RispondiElimina