giovedì 3 marzo 2011

Si tratta di “maltrattamenti in famiglia” (art. 572 c.p.) anche a pestare l’amante


Dinanzi a una sentenza che di fatto equipara l’amante alla moglie, e così stravolge il retto significato di famiglia, introducendo in giurisprudenza un pericoloso assunto di equivalenza tra coniuge e convivente, le gerarchie ecclesiastiche dovrebbero strapparsi le vesti, denunciare il laicismo strisciante della Cassazione, lanciare l’allarme per l’ennesimo attacco sferrato al cuore della società cristiana. Ma mi sa che stavolta faranno finta di niente.


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