mercoledì 13 luglio 2011

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Non era il suo “ultimo giorno di missione”, come riportano quasi tutti i quotidiani di oggi: è che la settimana prossima doveva tornare in Italia per una breve licenza. Lo si sapeva già da ieri pomeriggio e infatti Enrico Mentana l’aveva precisato nell’edizione del tg delle 20,00. E tuttavia stamane il Giornale, Avvenire e il Riformista lo scrivono fin nel titolo: ucciso, morto, caduto “nell’ultimo giorno di missione”. Troppo forte la tentazione di dare alla tragedia un tocco di atroce fatalità.

5 commenti:

  1. Sei un inguaribile ottimista, Malvino. A pensar male, come tu fai, si dovrebbe accreditare quei giornalisti di una sorta di "piano", insomma di aver coscientemente progettato il modo di dare la notizia, il trucco per acchiappare la commozione dei lettori, e via così. Temo invece che, assai più prosaicamente, abbiano accuratamente evitato di controllare le informazioni. La mia nonna diceva che "presto e bene non vanno insieme", ma indubbiamente e più economico e si fa meno fatica.
    Ciao
    Ale

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  2. Strano che si siano dimenticati di citare il Triangolo delle Bermude.

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  3. Si sapeva, tanto che l'aveva detto Mentana già alle venti? Allora quello di quelle testate è cinismo allo stato puro e brado.

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  4. Anche il fratello di nonno morì l'ultimo giorno della seconda guerra mondiale, o della prima? Boh. Dovrò dirlo ai giornalisti di varie testate, per la sezione Amarcord.

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