martedì 19 agosto 2014

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Quello che di bello ha questo papa è il suo rendere palese, come mai prima, la vacuità delle banalità cui la Chiesa è costretta quando cerca di accontentare tutti, e senza risparmiarsi la sfacciataggine che d’altronde non deve mai far difetto in chi sa bene che il mondo è affamato di insulsaggini ammantate dal velo di una qualsiasi autorità che sia in grado di farle apparire perle di saggezza. Diciamo che Bergoglio è così dichiaratamente figlio di puttana che non puoi che biasimare chi ci casca e sta lì a leccarselo come un Calippo.
Stavolta, per esempio: «Dove c’è un’aggressione ingiusta posso solo dire che è lecito fermare l’aggressore ingiusto. E sottolineo il verbo fermare: non bombardare o fare la guerra. Dico: fermarlo. I mezzi con i quali si può fermare dovranno essere valutati». E da chi? Perché non darci una mano in questo senso, Santità? Cosa suggerisce? Come lo fermerebbe, lei, l’aggressore ingiusto? Via, ingerisca.
Non uno stronzo a chiederglielo, tutti a concordare che – beh, sì – l’aggressore ingiusto va fermato, ma che bombe e guerra – ah, no – quelle belle non sono. Si potrebbe provare con un’offensiva aerea di Pater noster, chissà, semmai con l’appoggio di una batteria mobile di Ave Maria. E se non funziona, nessun indugio, si passi ad inviare all’aggredito ingiustamente un solido supporto di Requiescat in pace. 


2 commenti:

  1. Ho sempre pensato che un papa al giorno d'oggi può essere così "amato" perché in fondo non deve necessariamente far seguire i fatti alle parole, nel caso di tanti degli argomenti in cui si cimenta.
    Facile scagliarsi contro le "società ingiuste che emarginano i più sfortunati" se poi non sei quello che deve mettere mano alle politiche sociali e allo stesso tempo tenere sotto controllo la spesa pubblica.
    O meglio: fortunato lui in quella posizione!
    Più discutibili (sebbene comprensibili) le folle adoranti che non si rendono conto di ciò.

    Paolo

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