domenica 14 dicembre 2014

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Bertinotti toglie la fiducia a Prodi per tener fede all’etica dei principî contro l’etica della responsabilità, e Prodi cade, e questo consegna l’Italia a Berlusconi, previa la parentesi del governo D’Alema, che agli italiani dà l’impressione che il centrosinistra sia disposto a tutto pur di restare al potere. Ora, lui ha votato proprio Bertinotti, e l’ha votato perché significava spingere il centrosinistra verso sinistra. Quando Bertinotti vota per la sfiducia al governo Prodi, lui ha una folgorazione: ecco la rovina cui conduce la purezza, e decide che da quel momento in poi guarderà l’impurità con altri occhi, e capisce che piegarsi è infinitamente più virtuoso e utile che non piegarsi, e sente un gran senso di sollievo, e sposa l’etica del «che sarà mai?», che è la domanda che una ragazza solleva tra quanti restano impietriti alla vittoria di Berlusconi nel ’94, e sposa pure quella ragazza, e adotta la superficialità come compagna di vita. È il nucleo de Il desiderio di essere come tutti (Einaudi, 2013), e lui è Francesco Piccolo, uno che mi è sempre stato sul cazzo, a pelle, perché non sono mai riuscito ad arrivare in fondo ad uno dei suoi articoli, per la scrittura sciatta, irritante. Il libro mi è stato regalato, sennò non l’avrei mai letto, e sarebbe stato un male, perché a leggerlo ho capito cos’è che mi rendeva insopportabile un tizio della cui scrittura potevo tranquillamente fare a meno. Mi verrebbe voglia di recuperare quei suoi articoli lasciati a metà, adesso saprei leggerli col disprezzo necessario per arrivare fino alla fine: Francesco Piccolo è la «pecora tosata» di cui Curzio Malaparte parla in Maledetti toscani, è l’italiano che non riesce a pigliarsi cura della propria anima, che rinuncia a «sapersela tenere pulita, all’asciutto, che non pigli polvere né umido, come sanno [fare quelli] che dell’anima propria son gelosissimi, e guai a chi gliela volesse sporcare, o umiliare, o ungere, o benedire, o impegnare, affittare, comprare», non già per la follia di tener fedele all’etica dei principî contro l’etica della responsabilità, figurarsi, ma per liberarsi dei principî e della responsabilità col sollievo di quando si ammolla una scoreggia. Uomo dei nostri tempi, senza dubbio. 
 

3 commenti:

  1. Ti adoro :)

    Questo il mio commento a un amico:
    "Ho appena finito di leggere "Il desiderio di essere come tutti": l'ho finito perché me l'hai consigliato tu, ma davvero non mi è piaciuto.
    Certo, sono partita con pregiudizio perché quello che avevo intuito dell'autore leggendo "Momenti di trascurabile felicità" non mi disponeva bene.
    L'avrei smesso dopo una cinquantina di pagine, ad essere generosa.
    Non mi piace lui, il modo in cui scrive, le sue analisi politiche impastate malamente con una visione del mondo junghiana, non mi piace l'uso del nobilissimo Terenzio "Tutto ciò che è umano mi appartiene" per farsi piacere il padre fascista e fare di Berlusconi un personaggio quasi da tragedia greca.
    Avrebbe dovuto riservare lo scritto al suo psicanalista. :)"

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  2. Caro Castaldi, dove l'hai preso quel principî con il circonflesso?
    Rolando

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