domenica 11 gennaio 2015

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La Costituzione recita che «il sistema tributario è informato a criteri di progressività» (art. 53), dunque qualsiasi norma che non ne tenga conto è incostituzionale, com’è nel caso di una legge che fissi per tutti i contribuenti, indipendentemente da quale sia il loro reddito, la stessa soglia di rilevanza penale alla percentuale di reddito evaso. Così è per l’art. 19 bis del decreto sul fisco che il Governo annuncia per il 20 febbraio, e non sorprende che a rivendicarne la paternità sia lo zotico che lo presiede, né che per farlo sfoggi la faccia di cazzo con quale solitamente intende rappresentarci la fierezza d’essere zotico.
Ma la Costituzione recita pure che spetta al Presidente della Repubblica «autorizza[re] la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo [ed] emana[re] i decreti aventi valore di legge» (art. 87). Così, il 20 febbraio, vedremo il nuovo Presidente della Repubblica alla sua prima prova di garante della Costituzione.

10 commenti:

  1. è un po' tirata per i capelli questa. L'irpef è progressiva, quasi tutte le altre forme di imposizione fiscale no.

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    1. Mi scusi, ma irpef significa imposta sul reddito delle persone fisiche? E a quale reddito fa riferimento l'art. 19 bis del decreto sul fisco che il Governo annuncia per il 20 febbraio? Se la progressività dell'irpef recepisce il dettato costituzionale, come può non recepirlo la norma che intenda fissare una soglia di rilevanza penale alla percentuale di reddito evaso?

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    2. Però le rendite pur facendo parte del sistema tributario sono praticamente esenti dalla progressività e si basano su aliquote per lo più fisse.
      A me pare incostituzionale la quasi totalità del fisco italiano, insomma. Non è una consolazione, ci mancherebbe.

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    3. Quello che la Costituzione assoggetta al principio di progressività è quanto concorre alle "spese pubbliche". Il primo capo dell'art. 53 recita: "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva". Una soglia di rilevanza penale alla percentuale di reddito evaso che non tenga conto delle diverse capacità contributive, e che sia uguale per tutti, rigetta di fatto il principio costituzionale.

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  2. Quindi, sulla base di questa logica, la soglia di rilevanza penale per i piccoli redditi dovrebbe essere zero mentre per i grandi redditi potrebbe crescere? Cioè, così sarebbe ancora di più una norma ad personam. No, non mi quadra. La soglia di rilevanza penale dev'essere zero per tutti, cioè l'evasione fiscale non deve essere assolutamente ammessa. Zero per qualsivoglia reddito sarà sempre zero, no?

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    1. Anche ora l'evasione fiscale non è ammessa, una utopia sperare che non avvenga. Soglia di rilevanza penale in base all'ammontare della evasione? un'altra utopia, anche se sarebbe più giusto.

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  3. L'art. 53, comma 2, da Lei sopra citato usa una espressione che lascia spazio alle eccezioni (altrimenti, non potrebbero esistere le imposte indirette). Quindi non scommetterei sull'incostituzionalità della norma.

    Tenga presente, inoltre, che al crescere del reddito la soglia di rilevanza, calcolata in percentuale fissa rispetto al reddito, risulta calante rispetto all'imposta dovuta, che è calcolata invece sulla base di un'aliquota media crescente: questo mi pare un criterio corretto.

    Francesco Martucci

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  4. santi, poeti, artisti, navigatori, evasori, tributaristi

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  5. "sfoggi la faccia di cazzo con quale solitamente intende rappresentarci la fierezza d’essere zotico" è veramente azzeccattissimo ha dato perfettamente voce alla sindrome di Massimo Tartaglia che mi colpisce ogni volta che il fenomeno (definizione di una mia amica renzianissima che ho fatto mia) va a fare il fenomeno in tv.

    spero di sbagliarmi ma mi aspetto un prossimo presidente della repubblica con la stessa spina dorsale di una cimice schiacciata.
    ho anche il presentimento che firmerà ben di peggio.

    Antonio Sciancalepore

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