lunedì 2 febbraio 2015

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«Si è sempre pensato – mi spiega Armando Massarenti (Il Sole-24Ore, 1.2.2015 – pag. 23) – che la Retorica […] fosse stata composta da Aristotele nel suo secondo periodo ateniese, quando egli era un maturo docente nel celebre Liceo. L’interpretazione di Ingemar Düring, che ha modificato l’intera cronologia delle opere dello Stagirita, invece, fa oggi risalire la stesura di questo testo al primo periodo ateniese, ovvero alla gioventù del filosofo…». Qui mi fermo e faccio due conti: nasce nel 384 a.C., entra nell’Accademia a 17 anni, cioè nel 367 a.C., e per i primi tre anni, come da programma, studia matematica, per passare solo dopo alla dialettica, dunque nel 364 a.C., quando ha vent’anni. Vabbe’ che Aristotele è Aristotele e poteva aver scritto la Retorica anche quand’era ancora in fasce, ma come si spiega che, in I (A), 1, 1355a, scriva: «… come dicemmo anche nei Topici…»? Quando cazzo li ha scritti, i Topici, per aver scritto la Retorica, come Massarenti dice sia «affascinante immaginare», «ancora giovanissimo»? Per carità di Dio, il Düring non si mette in discussione. Turbare, poi, l’incanto di Massarenti sarebbe da villani. Ma è credibile che Aristotele abbia scritto i Topici prima di apprendere i rudimenti della dialettica? Se poi la Retorica viene dopo i Topici – e su questo mi auguro non ci piova – è credibile che «fresco di studi […] mett[a] in pratica le raccomandazioni del maestro Platone», peraltro lontano da Atene al momento in cui lo Stagirita entra nell’Accademia, per farvi ritorno solo tre anni dopo? Cerchiamo un compromesso, via, diciamo che, per essere stata scritta dopo i Topici, che peraltro a loro volta vengono dopo gli Analitici, la Retorica non può esser stata scritta prima dei 24-25 anni. Nella Grecia di allora, era età matura. 

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