lunedì 23 febbraio 2015

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Più di mille musulmani, a Oslo, fanno da scudo umano ad una sinagoga, scandendo lo slogan «no all’antisemitismo, no all’islamofobia». È una ben strana guerra di religione, quella in corso.

8 commenti:

  1. Si riuscisse ai spiegarlo a certi soldati fantasma:
    http://bologna.repubblica.it/cronaca/2015/02/22/news/la_curia_ai_musulmani_diteci_voi_qual_il_vero_islam-107928471/
    Bisogna anche notare che probabilmente il poveretto sia in pieno delirio visto che ha anche l'ardire di scrivere di laicità dello Stato.

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  2. Senta dottor Castaldi,
    che non si debba affrontare il terrorismo come una guerra di religione è chiaro (i 1000 musulmani di Oslo sono da abbracciare uno a uno).

    Ma è anche chiaro che una parte del mondo islamico sta muovendo una guerra (terroristica) contro gli “infedeli” dichiarando di farlo per motivi religiosi.

    Possiamo dubitare di ciò che dicono, e chiederci se la religione non sia una copertura per altre motivazioni, individuali o di gruppi di potere;
    ma il fatto, di proporzioni storiche, è che questo terrorismo ha mandanti ed esecutori che si dichiarano musulmani, c’è una dottrina e una teologia che possono essere usate per giustificarlo (come potrebbero giustificarlo numerosi passi della bibbia, d’accordo), e il sostegno di una parte delle popolazioni musulmane (ricordate le scene di giubilo in numerosi paesi islamici dopo l’11 settembre?)

    Ci sono l’assassino, la confessione e il movente – ci mandano anche i video delle uccisioni. vuole chiamarlo anche Lei, come fanno il papa e Obama: “terrorismo internazionale”? oppure possiamo accordarci sul termine “terrorismo islamico”?

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    1. E' terrorismo e non si deve affrontare come guerra di religione, perché la religione è solo una copertura. Di proporzioni storiche è il conflitto che si va consumando nel mondo che per mera convenzione culturale chiamiamo islamico. E' terrorismo e deve essere combattuto come terrorismo, con tutte le difficoltà che questo comporta, ma riconoscergli una connotazione di natura religiosa è fargli un favore.

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    2. No Castaldi,
      la religione non è una copertura, è una "coperta" che riscalda i cuori dei pavidi dal freddo brivido che da' la consapevolezza di dover crepare, prima o poi.

      Alessandro Riccio

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    3. Posso capire il disprezzo, ma gli assassini di Charlie non sono solo “avanzi di banlieue” come li ha definiti lei, a cui non potremmo fare regalo migliore che qualificarli come islamici. Credo che i terroristi quasi sempre siano degli squilibrati in cerca di una motivazione e di un pubblico. Ciò che a mio avviso consente di caratterizzare come islamici gli attentatori di Parigi non è la loro preparazione teologica, o il loro urlare “allah akbar”, ma l’esistenza, e il loro volerne far parte, di un mondo che quegli attentati desidera e che intende usare.

      Un mondo che sarà complesso e diviso al suo interno, e che chiamiamo islamico magari per convenzione culturale, ma che dei tratti comuni e convergenti pure li ha. Oltre ai predicatori, il cui fine è dichiarato, i tratti comuni sono l’antisemitismo dichiarato, la blasfemia considerata reato penale in 23 paesi e da punire in molti casi con la morte; il diritto modellato sulla sharia; la sottomissione delle donne; la fobia nei confronti della sessualità in generale e dell’omosessualità in particolare. tratti comuni li hanno i leaders musulmani radicali, pronti ad applaudire qualunque massacro di occidentali (l’hanno fatto hamas e hezbollah dopo la strage di Parigi) e quelli cosiddetti “moderati”, subito preoccupati per l’islamofobia, pronti a fare dei distinguo, a giustificare, magari a diffondere le teorie complottiste secondo le quali le stragi sono opera del mossad; e soprattutto, li hanno quei musulmani che in misura diversa a seconda dei paesi, ma sempre in percentuali corpose, approvano le uccisioni. Dai sondaggi, dalle tv satellitari, dobbiamo dedurre l’esistenza di una massa di milioni di uomini che trova un collante nel jihad contro l’occidente. È questo a fare la differenza da Coulibaly a Breivik, per fare un esempio.

      Per questo quegli attentati sono da considerarsi parte di quella guerra che ci è stata mossa: non da tutti ma da una parte di musulmani, certo manipolata e manipolabile. Per combatterli, io partirei da qui.

      Paolo B

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  3. Se cominciassi a mandare veline (dico io fonte accreditata dai giornali) in cui evoco un rischio di scontro di civiltà con gli ortodossi non mi mancherebbero gli argomenti dalla guerra ex yugoslavia alla ucraina russofona alla grecia che non vuol pagare. E troverei presto qualche militante disposto a alzare la bandiera religiosa dall'altra parte. ci si guarda bene dal farlo perché altro che isis

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  4. Quei mille (o quanti sono) sono l'uomo che morde il cane: fanno notizia proprio per la loro eccezionalità. Inoltre, confermano il vittimismo dominante tra i loro correligionari, equiparando l'antisemitismo all'islamofobia, che fa molte meno vittime ed ha molte più motivazioni, visto che, tra l'altro, le vittime dell'antisemitismo oggigiorno vengono uccise per mano mussulmana.

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  5. Dice: "Tutti i giornali e tutte le tivvi stanno addì che l'ISIS vuole colorà il Mediterraneo di rosso !"
    Dico. "Ma che tonalità di rosso ? Carminio ? Vermiglione ? Amaranto ? Me lo devono di' per completezza d' informazione"

    Al link sotto, in ordine alfabetico, tutte le gradazioni di rosso:
    http://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Gradazioni_di_rosso)

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