domenica 3 luglio 2016

Sul «taglia e cuci capzioso delle citazioni»


Quello riprodotto qui sopra è un brano tratto da Benedetto XVI – Il pontificato interrotto di Aldo Maria Valli (Mondadori, 2013). Al mio lettore chiedo di porre attenzione alla dichiarazione di padre Federico Lombardi riportata in coda, richiamando alla memoria il contesto. Siamo alla fine di novembre del 2006 e il papa arriva in Turchia. Nel mondo musulmano sembrano essersi un po sopiti gli animi che hanno dato vita a durissime proteste per ciò che Benedetto XVI ha detto a Ratisbona, non più di un mese e mezzo prima. Sarà che sè cagato addosso per il bordello che ha scatenato facendo sue le critiche che Manuele II Paleologo muoveva allislam sei secoli prima e ora vuole fare il carino, sarà che da papa ora è anche capo di stato e deve fare i conti con la ragion di stato, sta di fatto che della fiera contrarietà allingresso della Turchia nella Ue, espressa in più occasioni da cardinale, ora pare non esserci più traccia. Certo, Erdogan è un figlio di puttana e senza dubbio forza il senso di ciò che Ratzinger gli avrà realmente detto in privato. Si spiega, dunque, la necessità di precisare, ed eccoci alla dichiarazione di padre Lombardi.
Aldo Maria Valli gli fa dire: «Anche se incoraggiamo il cammino di avvicinamento sulla base di princîpi comuni, la Santa Sede non ha né il potere né il compito politico specifico di intervenire sul punto preciso dellingresso della Turchia nell’Unione europea». In via preliminare, è da segnalare che, «sul punto preciso dellingresso della Turchia nell’Unione europea», pare fosse legittimo intervenire da Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ma non lo sia più da Sommo Pontefice: alla logica umana potrà sembrare un paradosso, ma non dobbiamo commettere l’errore di giudicare le cose clericali in base a quella, sennò facciamo violenza allo Spirito Santo.
Lasciamo perdere, torniamo alla dichiarazione che Valli mette in bocca a padre Lombardi. Bene: diciamo che non è affatto fedele. Se ci abbeveriamo alla fonte originaria, constatiamo che la dichiarazione è unaltra: «La Santa Sede non ha né il potere né il compito politico specifico di intervenire sul punto preciso dellingresso della Turchia nell’Unione europea. Tuttavia vede positivamente e incoraggia il cammino di dialogo, di avvicinamento e di inserimento della Turchia in Europa, sulla base di valori e princîpi comuni».
Cosa è cambiato dalla versione originale a quella di Valli? Innanzitutto, è sparita lespressione «inserimento della Turchia in Europa», che ovviamente ha un peso enorme, perché palesa la vistosa contraddizione tra le posizioni del cardinale e quelle del papa: pur concedendo che questo «inserimento della Turchia in Europa» non sia sovrapponibile ad una «entrata della Turchia nella Ue», siamo ben distanti da quel che Ratzinger ha detto appena due anni prima («Storicamente e culturalmente la Turchia ha poco da spartire con l’Europa: perciò sarebbe un errore grande inglobarla nell’Unione Europea» - 18.9.2004).
Poi, si è invertito lordine delle proposizioni separate da unavversativa come «tuttavia», con ciò capovolgendo lordine di priorità fra le due. Padre Lombardi, infatti, premette che la Santa Sede ha un potere dazione limitato, per poi esprimere, a fronte di ciò, un parere favorevole («vede positivamente») a qualcosa che non è solo un «dialogo» tra Turchia ed Europa, ma un «avvicinamento» tra le due, per di più finalizzato ad un «inserimento» delluna nellaltra, per il quale formula un auspicio che non è di maniera («incoraggia»).
Valli, invece, premette lauspicio, che con lomissione dell«inserimento della Turchia in Europa» diventa una vuota formula di circostanza, che perde ulteriormente peso per la concessiva che la introduce («anche se»), sicché la dichiarazione di non avere «né il potere né il compito politico specifico di intervenire» da premessa diventa conclusione: da limite che non impedisce di spendersi per quel che si augura, diventa insuperabile condizione ostativa. In sostanza, è invertito il valore relativo che una proposizione ha rispetto allaltra, come avverrebbe col trasformare «Valli è uno stronzo, ma dà impressione di meritare attenzione» in «anche se dà impressione di meritare attenzione, Valli è uno stronzo».
Riprendendo la formula usata qualche giorno fa da Gad Lerner in polemica con Giulio Meotti, siamo dinanzi a un caso di «taglia e cuci capzioso delle citazioni», espediente retorico che qui fa ricorso allargumentum ad auctoritatem, previo il forzoso reclutamento dell’auctoritas ai propri fini, e che in altre occasioni fa ricorso allargumentum ad hominem, dopo aver messo in bocca allhomo quello che in realtà non ha detto. In entrambi i casi, la questione di merito resta inevasa, pretendendo sia risolta nelladesione allopinione dell’auctoritas o nel respingere quella squalificata con lattribuirla a un homo sottoposto a una reductio (ad absurdum, ad hitlerum, ecc.). Così, nel caso dellentrata della Turchia nella Ue, si dovrebbe essere persuasi ad esserne contrari perché pure il cardinale Ratzinger lo era, e qui largumentum ad auctoritatem non ha bisogno di alterare lopinione dell’auctoritas, limitandosi ad omettere che quella di Benedetto XVI fosse diversa (cosa che Meotti fa in un articolo apparso ieri su Il Foglio), sennò sostenendo che fosse la stessa (come fa Valli nel suo libro), ma dovendo ricorrere «taglia e cuci capzioso delle citazioni», e nel caso in questione facendo peggio di Erdogan.

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