sabato 9 luglio 2016

Un cazzone come non se n’è mai visti di eguali


Non ho dato molta attenzione al processo in cui alla sbarra erano, fra gli altri, Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi. La ragione sta nel fatto che mi è parso avesse il sapore di una farsa, come daltronde mi pare confermato dal modo in cui si è chiuso, e infatti lunico commento che ho dedicato alla vicenda si è risolto in due tweet di rampogna ai due imputati, colpevoli a mio modesto avviso di essersi prestati per sciocca vanità professionale al ruolo che il Vaticano aveva affibbiato loro in quella che peraltro aveva tutti i tratti di unoscena parodia («Nuzzi e Fittipaldi – scrivevo il 24 novembre dello scorso anno – non dovevano presentarsi in Vaticano, per la semplice ragione che non erano tenuti a farlo. La vanità è stata più forte»; e poco dopo: «La tragedia di Giordano Bruno trascinato in ceppi dinanzi allInquisizione torna come farsa con Nuzzi che va a farsi processare in Vaticano»).
Oggi che il Vaticano manda prosciolti i due per «difetto di giurisdizione», dichiarandosi in sostanza non legittimato a processarli, eviterei a maggior ragione di tornare sulla faccenda, se non fosse per il contenuto dell’intervista che Gianluigi Nuzzi ha concesso a Luca Telese per Libero di venerdì 8 luglio (pag. 3), e che nel titolo e nel sommario, qui sopra riprodotti, mi fa pentire di quei tweet, dei quali qui chiedo pubblicamente scusa: a spingere Gianluigi Nuzzi a farsi processare da chi non ne aveva alcuna legittimità – per averne la contezza bastava uninfarinatura non dico di Diritto, ma di cultura generale – non era la voglia di mettersi in posa da eretico o da martire della libertà di stampa per lucrarci sopra, ma il mero non capire un cazzo di quello che in realtà era il vero scopo di un processo istruito a quel modo.
Dico questo, perché a me, a naso, Gianluigi Nuzzi è sempre parso un buon cazzone, capace sì di farsi usare – non importa quanto coscientemente – da questa o quella fazione interna alla Curia pur di poter rivendicare il sacrosanto diritto di fare informazione, ma non al punto da farlo sentendosi davvero a rischio di essere bruciato vivo a Campo de Fiori. Per quello che oggi gli esce di bocca non ci sono che due alternative: o Gianluigi Nuzzi non è affatto un buon cazzone, e in finale di farsa continua a scroccare emozione attardandosi a tenere addosso i panni delleretico, ora graziato da Papa Clemente Ennesimo; o è molto più che un buon cazzone, è un cazzone come non se nè mai visti di eguali. E tra le due alternative, per non far torto al naso, mi impongo di prendere per buona la seconda. 

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